La vera anima dell’Oriente non la troverete nel lusso di Shangai, nell’opulenza di Pechino o nella dinamicità della bella Tokyo. Nulla può eguagliare il panorama delle risaie goduto dal terrazzamento più alto della collina; i centri commerciali non potranno eguagliare l’odore, talvolta pungente, di quelle mille spezie esotiche di cui non sapremmo neanche pronunciare il nome. L’Oriente custodisce la sua anima nel cuore delle vallate, nei rigagnoli che fendono le foreste di bambù, in quella pletora di abitudini alimentari che ci rammentano del loro attaccamento ostinato, quasi nostalgico, alla tradizione. Ma è solo la manifestazione più superficiale di una cultura immensa, millenaria, invariabilmente presente nei caldi sorrisi che gli indigeni vi rivolgeranno: sarebbe un errore dare per scontato ospitalità e cortesia. La parola chiave, come per ogni altro viaggio in terra straniera, è rispetto.
Ma perché scegliere l’Asia e non, per esempio, l’America? O L’Australia che, a pensarci bene, dista dalle coste polinesiane poco più di un tiro di fionda? Insomma, perché scegliere l’Asia a vantaggio di villeggiature più lussuose, più comode e, in generale, percepite come migliori?
Perché non è questo ciò che volete. Infilarsi in un villaggio turistico o in un albergo a cinque stelle sarebbe un imperdonabile errore che vi lascerebbe all’oscuro di quello che l’Oriente, il vero Oriente, ha da offrire al turista curioso: spiagge assolate contornate da palmeti e foreste, oceani cristallini che rincorrono l’orizzonte, testimonianze archeologiche da capogiro, un viaggio che, se glielo permetterete, coinvolgerà tutti i vostri sensi in una danza di gioia. Perché, alla fine, nulla è davvero nostro come i ricordi che mettiamo in valigia.
Destinazione meravigliosa ma comunemente sottovalutata è il Vietnam: piccolo, raccolto ed estremamente suggestivo da percorrere in bicicletta, ammirandone le incantevoli vallate e i fenomenali panorami delle risaie. Paese ugualmente giovane la Cambogia, anch’esso piuttosto piccolo, sede di alcuni dei siti archeologici più belli del mondo; senza dimenticare i suoi fiumi, foreste dai rami nodosi e maestose cascate d’acqua limpida, imperniate su speroni di roccia come ferite sul manto terrestre. Godete in Thailandia del profumo dei fiori, dell’erba e della notte; girovagate in calesse in uno dei tanti villaggi del Myanmar, fermatevi un minuto in più ad ammirare l’opera certosina dei suoi maestri artigiani e concedetevi un tè dal sapore inconsueto. Soggiornate uno o due giorni in Laos o in Malesia, mete spesso meno frequentate dai turisti, a scoprirne tesori e sorprese.
Dell’India ci sarebbero pagine e pagine da riempire: la visita alla stravagante Bombay è quasi un obbligo morale, così come lo è quella al Taj Mahal ad Agra. In Cina strabuzzerete gli occhi davanti alla magnificenza della Grande Muraglia, monumento alla fierezza e all’orgoglio del popolo che per millenni ha difeso contro le incursioni mongole.
Per concludere, un viaggio in Oriente non è solo un’esperienza unica, ma un vero e proprio inanellamento di sentimenti e sensazioni, emozioni altrimenti introvabili, cultura, tradizione, selvaggeria. Un luogo vicino eppure lontano, scrigno contenente un’infinita varietà di ricordi, visioni, sapori e cultura, luogo in cui, se sarete fortunati, non troverete solo una piacevole cesura dalla quotidianità, ma ritroverete anche voi stessi, magari spesso abituati ad un certo caos della vita e della routine quotidiane che può oscurare valori ed emozioni da riscoprire.
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