Viaggiare per vacanze, viaggiare per evadere, viaggiare per lavoro, viaggiare per amore… Diana, ha deciso di viaggiare per essere libera. Per questo motivo è diventata una globetrotter part time e per quattro mesi all’anno gira per il mondo, prendendosi il tempo che serve per scoprire la vita più autentica di ogni luogo che visita. Su La Globetrotter, il blog che cura, racconta le sue esperienze, fornisce consigli di viaggio e dà sfogo ai suoi pensieri più vagabondi. Le abbiamo fatto qualche domanda sulla sua vita da blogger.
Quando hai deciso di aprire questo blog? Cosa ti ha spinta a farlo?
Ho deciso di aprire La Globetrotter nel mese di gennaio del 2015. Ero appena rientrata da un viaggio solidale volto a raccogliere fondi da destinare a un progetto umanitario. Il mio ruolo, durante il viaggio, era quello di documentare il viaggio attraverso i social. Ho sempre scritto i diari durante i miei viaggi ma quella era la prima volta che mi confrontavo con un gruppo di followers che non conoscevo e che dovevo coinvolgere in un progetto attraverso i social. È andata bene. Rientrata in Italia ho capito che forse valeva la pena provare a uscire dal guscio e così è nata La Globetrotter.
Qual è stato il viaggio che ti ha lasciato di più? Puoi spiegarci perché?
Questa è una domanda a cui è difficilissimo rispondere. Ogni viaggio mi ha dato qualcosa e non saprei quale scegliere. Posso dire che il mio viaggio tra Venezuela e Colombia del 2011 è quello che mi ha spinta a cambiare modo di viaggiare e, soprattutto, mi ha dato la forza e il coraggio di rinunciare a dei mesi di stipendio sicuri per poterlo fare più a lungo. Dal 2012 ho iniziato a viaggiare tra i tre e i quattro mesi l’anno consecutivi, con un budget ovviamente ridotto. Sembrerà strano ma ciò mi ha arricchita tantissimo perché nel corso degli ultimi viaggi ho scoperto cose di me che ignoravo, in primis la capacità di mettermi in gioco sempre e comunque.
Cosa ti guida quando devi scegliere la meta del tuo prossimo itinerario?
Seguo molto l’istinto. Può essere l’articolo di un giornale, un libro che ho letto, un film che ho visto, un documentario, i racconti di altre persone, un biglietto aereo low cost…
Viaggi in solitaria o viaggi in compagnia? Come cambia l’esperienza?
I viaggi lunghi, quelli invernali, rigorosamente in solitaria. Se si tratta di esperienze brevi prediligo quelli in compagnia. Cosa cambia? Il fatto di sentirmi libera. Non amo itinerari predefiniti o fare le cose di corsa, mi piace potermi fermare nei posti il tempo giusto per soddisfare non solo la mia curiosità ma anche il mio spirito. Quando si viaggia con altre persone, inevitabilmente bisogna piegarsi e trovare dei compromessi. Per me il viaggio è libertà allo stato puro.
Dove ami soggiornare durante i tuoi viaggi?
Quando riesco, mi piace dormire a casa della gente. Spesso ricorro al couchsurfing o al workaway e non per non spendere soldi ma perché mi piace condividere esperienze con la gente del luogo.
Qual è la cosa più importante che hai capito viaggiando?
Ho capito che la parola “impossibile” non esiste, è semplicemente un limite che noi stessi ci imponiamo.
Ami chiamare i posti che lasciano il segno i “luoghi dell’anima”. Puoi parlarci dei più significativi per te?
Per me i luoghi dell’anima sono generalmente luoghi naturali e selvaggi, quelli dove arriva poca gente. Si può trattare di una cascata, della cima di una collina, di una spiaggia remota. Sono quei luoghi a cui ricorro con la mente quando sono giù di corda e che a distanza di tempo, e di spazio, mi scaldano il cuore. Non posso essere più precisa perché sono tanti. Sono quei luoghi che mi fanno star bene. Solo in Sri Lanka, dove mi trovo attualmente, ne ho già trovati due. Uno nei pressi di Sigiriya e l’altro vicino al Gal Oya National Park.
Hai già pensato al tuo prossimo viaggio?
In realtà non c’ho ancora pensato. In questo momento sono in viaggio e me lo sto godendo. A partire dal 20 settembre, quando sarò rientrata in Italia, mi focalizzerò sulla meta invernale. Diciamo che sono molto orientata sull’Africa.
Qualche consiglio per i lettori?
Beh, in primis la Colombia. L’ho scoperta nel 2011 e da allora ci sono tornata sei volte. Sta cambiando rapidamente, come sempre accade quando arriva il turismo di massa, ma è un paese splendido che merita di essere visitato, non solo per quel che ha da offrire ma anche per la sua gente. Un altro luogo magico per me è il Salar de Uyuni in Bolivia. E poi, sicuramente più alla portata di tutti, c’è il Salento. Nonostante sia originaria salentina, ho scoperto la ricchezza della mia terra negli ultimi due anni e ne sono profondamente innamorata.
Diana La Globetrotter
Photo credits immagine di copertina: La Globetrotter
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